Arte a Palazzo
Percorsi attraverso il Segno, la Storia e il Paesaggio
Giusi Lorelli
Dominique Joyeux
Stathis Theodoropoulos
International Contemporary Art Exihibition
La splendida cornice di Palazzo Gallio a Gravedona e Uniti (Como), un luogo veramente incantevole costruito tra 1586 e 1607, per volere del cardinale e segretario di Stato al soglio pontificio Tolomeo Gallio, ospita la seconda edizione di Arte a Palazzo.
La serata inaugurale si è svolta ieri sera alla presenza dei tre rinomati artisti Giusi Lorelli, Dominique Joyeux e Stathis Theodoropoulos e della sensibile curatrice Elena Sabattini, la quale ci ha guidati con professionalità e simpatia attraverso il percorso nelle stanze del palazzo, affascinando lo spettatore.
Vi parla una persona che non ama l’arte moderna e contemporanea, troppo forte, non posso negarlo, l’amore per le opere del passato, quindi per me la mostra è stata una piacevole sorpresa ed è stata la riprova che, per fortuna, si può cambiare idea se ci ritrova di fronte alla vera bellezza.
La prima artista che si incontra è Dominique Joyeux, empatica e poliedrica artista francese, nel suo percorso “Storie d’Acqua”, le cui indagini nell’acqua, tramite diverse variazioni del blu, portano ad un nuovo e intrigante percorso di comunicazione. Si percepiscono a pelle, infatti, il suo rapporto con la psicologia, i bambini disabili e i viaggi in Giappone.
Si sente proprio un forte bisogno di comunicare ed esplorare anche attraverso i riflessi d’acqua che il nostro magnifico lago mette a disposizione.
Come si percepiscono i suoi viaggi attraverso il mondo, la sua voglia di esplorare e conoscere.
Anche lei considera il nostro lago il più bello e grande fonte di ispirazione per le sue splendide opere.
“Uno fantastico incrocio di luoghi”.
Il suo affascinante modo di comunicare mi ha fatto pensare ad un libro che lessi un anno fa e che avevo anche recensito, Melody di D.S. Draper, dove una bambina incapace di parlare, a causa di una difficile disabilità, trova il modo di dialogare con gli altri tramite il computer.
Dopo Dominique abbiamo incontrato Giusi Lorelli, genovese, anch’essa molto poliedrica e affabile, la quale nel suo “Oltre la Maschera” ha creato un incredibile unione tra fotografia e creazioni grafiche, dimostrandoci quanto la tecnologia possa essere amica dell’arte.
Amante della storia e della letteratura, l’artista fa emergere questa passione nelle sue opere, lasciandole pulsare di vita propria e facendoci quasi tuffare in esse tanto sembrano vere. Osservandoli, infatti, non si può fare a meno di pensare di essere parte di essi, di volervi entrare e visitare, come se fossero specchi di altri mondi, specchio affascinante dell’anima dell’artista.
Abbiamo chiesto a Giusi un’intervista a Over There e lei ha accettato con entusiasmo, quindi restate in attesa.
Insieme a Giusi e Elena abbiamo parlato di come noi donne amiamo esplorare tante cose, non solo le storie d’amore, vediamo e sognamo anche altro e l’arte ci permette di esprimerci. In alcune di queste foto si può vedere quanto sia forte l’amore per la storia e la letteratura e come i romanzi amati da Giusi sembrano diventare parte del nostro mondo.
L’ultima parte della mostra riguarda Stathis Theodoropoulos e affascinerebbe molto gli amanti della fantascienza classica in quanto è intitolata “Paesaggio dopo l’uomo”, in cui l’artista greco mostra svariate vedute in un ipotetico futuro senza l’uomo. A differenza di altre opere sullo stesso tema, come i documentari di National Geographic, a me non è parso di vedere nulla di lugubre, inquietante e metafisico sì ma lugubre no. Forse per l’aria rarefatta, forse per le pennellate leggere, i suoi quadri riempiono di malinconia, quella malinconia sana che fa pensare.
Fa pensare che la Terra potrebbe essere molto triste senza di noi e nel contempo viene da credere che ciò che abbiamo lasciato di bello potrebbe sopravviverci, lasciando ad altri la curiosità di scoprire chi “eravamo.” E’ molto bello che gli artisti siano amanti della filosofia, della psicologia e della metafisica. Questo spinge di nuovo a pensare che le arti possono e debbano essere mescolate.
Terminato il percorso abbiamo potuto gustare un ottimo rinfresco con specialità locali e godere della vista del lago, in ogni direzione, grazie alla terrazza che ivi si affaccia.
Uno spettacolo che lascia sempre senza fiato.
Arte a Palazzo Gallio, che durerà fino al 24 giugno, è aperta da martedì a venerdì dalle 15 e alle 20 mentre nei weekend dalle 11 alle 20.
Sempre di Studio Tablinum, lo sponsor, troverete dal 14 al 29 luglio nella meravigliosa Villa Carlotta, la mostra “Aenigma, quando l’arte fiorisce in nuovi segni” sull’artista Marlene Luce Trembly e curata da Elisa Larese.